BORGO DELLE OCHE

In cantina con la Sommelier

Appuntamento di giugno con “In cantina con la Sommelier”.

Nei terreni delle Grave, capaci di regalare profumi e freschezza, si trova Borgo delle Oche, azienda agricola di vignaioli artigiani che trasformano le proprie uve e hanno unito due passioni: quella per la terra e la cura dei particolari. Così dalla sapienza e dall’amore, dal 2004, nascono i vini dalle mani di Luisa Menini, che segue la campagna, e del marito Nicola, che segue la parte enologica.

Un appuntamento sotto il sole e una passeggiata al tramonto tra i vigneti della cantina, a Valvasone (Pordenone).

Tutto iniziò con una sfida ed una grande passione: Luisa, con una laurea in Scienze e tecnologie alimentari che ci accomuna orgogliosamente, eredita dal padre la passione per i vigneti.
Fin da subito ha chiari i suoi desideri: si diploma perito agrario prima e, durante l’università, continua a tenere in mano la piccola azienda di famiglia, nata principalmente come produttrice di cereali e uva che poi venivano venduti per la lavorazione. Luisa, dei tre fratelli, per suo carattere, è sempre stata quella più portata a stare all’aria aperta per seguire una professione di questo tipo. Dopo 13 anni presso uno dei più importanti salumifici del Friuli Venezia Giulia, alcuni anni da consulente in diverse aziende alimentari, capì che “stare al chiuso” non era proprio per lei.

Conosciuto Nicola nel ’92, impegnato nel settore enologico, iniziarono a parlare di vite e di vino. Si scambiano conoscenze e intrecciano le loro passioni. Non potevano non imbattersi in un desiderio comune: iniziare a vinificare le uve prodotte nei vigneti di Luisa, ereditati dal padre.
Era un progetto grande, impegnativo e dispendioso, ma la passione la vince sempre.
Gli anni continuano a passare. Si sposano e nascono i loro figli, Luca e Andrea, e nel 2004 nasce finalmente anche la cantina, da un progetto iniziato negli anni 2000.

All’incirca 7 ettari vitati coltivati nel pieno rispetto dell’ambiente, con rese di produzione basse e con un’attenzione e professionalità meticolosa per regalare prodotti di alta qualità.

È Luca che ha iniziato a seguire la madre in campagna; fin da quando era piccolo, Luisa, lo portava “nel suo mondo” e mentre lei lavorava le piante, lui giocava e si appassionava a tutto ciò che pian piano scopriva.
Andrea, invece, grazie ai suoi studi, segue la parte grafica.
Le uve che Luisa e Luca curano in vigneto giungono in cantina, dove Nicola “fa nascere” i vini, anche se lui stesso sottolinea che “il vino nasce per l’80% in vigna.” È lì che bisogna lavorare, porre le maggiori cure… e pregare che Madre Natura sia sempre dalla nostra parte. Ma lo studio in cantina non manca: ogni uva viene vinificata secondo metodi ben precisi, per sfruttare e far esaltare al meglio le sue caratteristiche cosicché possiamo goderle tutte nel prodotto finale.

Una famiglia al completo impegnata con sacrifici e tanta passione in questa cantina che sa regalare prodotti unici ed identitari del territorio, di cui sono custodi, e del suo nome.
Piccoli vignaioli che nella grande famiglia della Federazione FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) riescono a dar voce alle loro ricchezze e ai loro impegni, condividendo il lavoro ed i frutti di esso in una rete di condivisione e supporto reciproco, per continuare a crescere.


Conosco Borgo delle Oche da diversi anni, i loro vini mi hanno sempre conquistata ed intrigata al primo sorso: eleganti, profumati, equilibrati e mai piatti a livello strutturale. Con Luisa c’è stata subito sintonia e, da parte sua e della sua famiglia, una grande disponibilità. Valore aggiunto non da poco. Non potevo che condividere “casa loro” ed i loro prodotti con voi.
E così, sabato 12 giugno, ho fatto.

Sono stati 6 i vini degustati accompagnati da salumi, formaggi, pane e grissini del territorio, prima di aspettare il calare del sole e andare a goderci il verde dei vigneti e il profumo delle piante in fioritura.

ANNILUME Vino Spumante DOC Friuli Extra Brut Metodo Classico, millesimato 2017, sboccatura 2021, è la bollicina che ha aperto gli assaggi. Da uve Chardonnay e Pinot Nero vinificate con metodo champenoise, con un affinamento sui lieviti in bottiglia di circa 40 mesi (36 – 44 in base alle annate).
Un vino che unisce la famiglia nel nome: ANdrea, NIcola, LUca, LUisa MEnini. Una bottiglia emozionale che emoziona anche all’assaggio. Giallo paglierino con un’elegante bollicina fine alla vista ed al palato. Regala al naso sentori agrumati, di nocciola, di crosta di pane e una lieve vaniglia. In bocca la buona acidità gli conferisce freschezza e dona un sorso lungo e setoso.
È l’accompagnamento ideale per aperitivi importanti, finger food, primi leggeri o pesce e molluschi crudi, servito alla temperatura di 6°C.

Il secondo vino in degustazione è stata la Malvasia, annata 2018, da uve di malvasia istriana, che crescono sul “paesaggio lunare” della “grava”, in un vigneto posto a 4 chilometri dalla cantina su un terreno privo di erba e completamente ricoperto dei tipici sassi di questo territorio. Un vino profumato, gentile, ma dalla struttura decisa. Le uve vengono raccolte manualmente e macerate per alcune ore prima della pressatura soffice. Giallo paglierino carico con ricordi di frutta a pasta bianca e fiori freschi al naso, ai quali si accompagnano leggere note speziate di pepe bianco e note minerali. In bocca risulta sapido e pieno con una bella spalla acida che lo rende fresco e piacevole.
È il vino ideale per i piatti di pesce, ma accompagna egregiamente anche formaggi freschi o di capra e primi piatti leggeri.

Il terzo assaggio è stata un’anteprima, la novità della nuova annata, che in questa occasione abbiamo condiviso tutti insieme: Lùsigne Pinot grigio ramato DOC Friuli 2020. Cinque giorni di fermentazione sulle bucce che regala il caratteristico colore ramato. Al naso regala sentori di pesca nettarina, fragolina di bosco, amarena e rosa. Al retrolfatto si arricchisce con eleganti e soffuse note di incenso. Fresco al palato con una discreta struttura ed una buona sapidità. Ideale negli abbinamenti estivi come insalate di riso e paste fredde oppure con un trancio di tonno leggermente scottato sulla piastra.

Non si può passare da Borgo delle Oche senza assaggiare il Traminer aromatico, annata 2020, la loro identità. Un vino d’impatto al naso, al palato e al cuore. Un vino che generalmente piace a tutti per la sua immediatezza e i suoi profumi. Ancora più questo, ottenuto dal clone aromatico Laimburg che regala aromi, ma pochi tannini e poca colorazione; ed è per questo che la scelta di Nicola è stata quella di trarre il meglio da queste uve: una macerazione e una fermentazione sulle bucce per estrarre la caratteristica impronta aromatica. Un giallo paglierino carico con dei riflessi verdognoli indice della sua giovinezza. Caratteristico, estremamente espressivo e pulito al naso di note di frutta matura esotica, rose fresche e mandarino. Sapido e con una bella acidità al palato, equilibrati in un’elegante e rotonda struttura.
Via libera a pesce condito e affumicato, sushi, piatti speziati con curry, fois gras, formaggi freschi o di capra e salumi affumicati per regalare delle esplosioni organolettiche uniche ma eleganti.

Non solo bianchi… ai quali si possono unire Pinot Grigio, Sauvignon, Friulano, un uvaggio – Lupi Terrae – di Malvasia, Friulano e Verduzzo e Alba, il Traminer aromatico nella versione passita.

I nostri assaggi sono proseguiti con due rossi: Merlot e Refosco dal peduncolo rosso.

Il Merlot, annata 2018, dal colore rosso rubino carico ha regalato al naso intensi profumi di frutti rossi (ciliegia, amarena, lampone) ed eleganti note di vaniglia conferite dall’affinamento in legno. Morbido ed avvolgente al palato con i tannini che risultano dolci ed in equilibrio con il corpo, fresco e persistente. Da abbinare a carni rosse, arrosti, selvaggina da piuma e formaggi stagionati.

Il Refosco dal peduncolo rosso DOC Friuli Grave 2017 è stato l’ultimo assaggio in attesa del tramonto sul vigneto. Un vino ricco, complesso, morbido e avvolgente. Le uve vengono raccolte in due tempi: le prime (circa il 20%) subiscono un leggero appassimento di 2-3 settimane e poi vengono vinificate in tino aperto con follature manuali; le seconde, invece, dopo la raccolta manuale, vengono pigiate e diraspate e poste a macerare in vasca d’acciaio a bassissime temperature per cinque giorni senza l’avvio della fermentazione, per favorire l’estrazione delle sostanze aromatiche e coloranti. Successivamente il pigiato viene fatto fermentare a temperatura controllata e le vinacce vengono lasciate a contatto con il mosto per altri 10 giorni, svolgendo in acciaio anche la fermentazione malolattica. L’intera massa viene poi fatta affinare in botti di rovere di Slavonia da 7 ettolitri per circa 12 mesi. Una vinificazione complessa che regala un vino altrettanto complesso, in cui però non manca la sua vena rustica caratteristica che da sempre lo distingue. Rosso rubino carico con riflessi violacei intesi. Ricco al naso di sentori fruttati, di piccoli frutti rossi e frutti di bosco come il ribes nero e il mirtillo, note di prugna e di frutta in confettura, note speziate di pepe, di liquirizia e note balsamiche di menta ed eucalipto. Morbido ed avvolgente al palato, l’aromaticità delle note speziate dona quasi una piccantezza al gusto. I tannini si presentano morbidi ed equilibrati e la rusticità è domata dalla parte di uve poste in appassimento. Complesso organoletticamente così come complessi sono i piatti che richiede in accompagnamento come brasati, stufati, selvaggina da pelo e formaggi stagionati.

Ogni volta che assaggio i vini di Borgo delle Oche io mi emoziono; spero che lo stesso sia stato per i partecipanti di questo bel pomeriggio trascorso insieme e, spero, che continuerò a farlo portando in giro i loro prodotti e con altre idee che io e Luisa abbiamo nel cassetto…
E, quindi, ci rivediamo presto!