Degustando in musica…for Romagna
Vino e Musica, un connubio perfetto per stimolare i nostri sensi
Il sole al tramonto illumina la lunga tavolata pronta per accogliere gli ospiti.
La temperatura è quella ideale per godere della natura che ci abbraccia sotto il magnifico porticato dell’Azienda Agricola di Monica Vettor a San Quirino, tra la pianura e le montagne del pordenonese.
Ogni dettaglio è, come sempre, curato con attenzione.
I primi ospiti iniziano ad arrivare sulle note della calda voce di Paola Brisotto. Li accogliamo con uno dei vini di Monica, il Pinot Grigio nello specifico, in una veste diversa: un cocktail fresco ed estivo con fragole, menta, vodka e ghiaccio.
“Degustando in musica…” era nata così nella mia mente questa serata.
La conoscenza con Paola, cantante e vocalist, e la collaborazione già in altre occasioni: musica e vino. È scientificamente provato che la musica riesce ad influenzare la percezione e cambiare il modo di degustare il vino. Ho voluto creare ancora una volta questo connubio per stimolare tutti i sensi e far vivere agli ospiti una serata di degustazione unica.
I vini erano stati scelti, quasi tutto era dettagliato; poi l’alluvione che ha colpito il popolo della Romagna. Il mio pensiero non poteva che rivolgersi lì e portarmi ad un cambio di rotta: aiutare, nel mio piccolo, i vignaioli più colpiti, ed acquistare da loro i vini per la degustazione.
Qui i social hanno fatto la loro utile parte: ho contattato Andrea, un giovane ragazzo, collega, con la grande passione per il vino che gestisce su Facebook il gruppo “Vini da Condividere #VDC” (iscrivetevi, ve lo consiglio. È il più sano gruppo Facebook per parlare di vino, condividere pensieri ed opinioni di bevute ed esperienze!). Guarda caso lui è romagnolo, colpito anch’egli in primis dal forte evento atmosferico ed, ovviamente, grande conoscitore dei produttori della sua terra. Mi sono affidata ai suoi consigli ed ai suoi contatti e sono andata sul sicuro.
Quattro le cantine contattate: Tenuta Casali, Castello Montesasso, Fondo San Giuseppe, Tenuta Il Plino. Quattro cantine tanto diverse quanto vicine. Quattro cantine che, tramite le loro sfumature mi hanno fatto portare nei calici della serata l’identità romagnola, con le caratteristiche del suo territorio e con le varietà autoctone di questa terra: Sangiovese, Trebbiano, Famoso ed Albana.
Ma partiamo proprio dalla Romagna, terra di vini a tutti gli effetti: sono quei vini perfetti per la convivialità, nobili e popolani allo stesso tempo; prodotti dalle sfumature uniche come questo territorio stretto tra l’Appennino ed il mare Adriatico, che da Imola ridiscende verso Faenza, Forlì e Cesena, toccando le coste di Ravenna e Rimini. Sfatiamo il mito del vino di bassa qualità, delle grandi cantine e dei grandi numeri. Tanti piccoli produttori si susseguono in questo territorio e si impegnano a valorizzare i prodotti della loro terra e la fatica del loro lavoro in cantina.
Prodotti e fatica che, purtroppo, la devastante alluvione ha spazzato via: chi ha perso buona parte dei vigneti a causa degli smottamenti e delle frane in collina, altri (quelli nelle zone di pianura) perché allagati. Alcuni hanno subito danni da allagamento nelle cantine o si sono ritrovati con le cantine isolate a causa delle frane che hanno bloccato le strade.
Scenari inimmaginabili, per me in primis, che solo dalle parole scambiate per telefono con i produttori contattati ho potuto (in minima parte) immaginare.
Sono partita con una bollicina in questa serata: Villa Zappi Brut Nature bio Spumante di Tenuta Casali. Un vestito insolito per…un Sangiovese! Ebbene sì, un blanc de noir 100% da uve Sangiovese, raccolto a mano e vinificato secondo il metodo Charmat con un affinamento sui lieviti di circa 10 mesi. Una bollicina elegante, di grande personalità con profumi freschi e fragranti di glicine, agrumi, sottobosco e fine speziatura. Intrigante al naso quanto al palato, con questo carattere fresco e deciso, con lievi sfumature sapide ed un delicato tannino sul finale. Queste caratteristiche abbracciano l’abbinamento con le polpettine di verdure e formaggio con salsa allo yogurt preparate da Paola Baldissera, ormai la nostra cuoca di fiducia in queste degustazioni.
“Artigiani del vino e custodi della terra” così si definiscono i produttori di Tenuta Casali. Siamo a Mercato Saraceno (Forlì-Cesena), una zona che dal 2022 è riuscita a conquistarsi la sua DOC, staccandosi dalla DOC Romagna. 20 ettari di vigneto, circondati da boschi e posti su terrazzamenti fluviali, che li permettono di godere di forti escursioni termiche, regalando ai vini grande intensità di profumi ed una bella spalla acida.
Una grande intensità di profumi che non sono mancati nel secondo vino proposto, sempre di questa azienda: Vigna Cavaliere Bianco Colli di Romagna Centrale DOC 2022, un Trebbiano dal giallo paglierino intrigante che brilla con le luci del tramonto, dai profumi avvolgenti di frutti gialli, di carattere, fresco e con una piacevole chiusura sapida ed una lunga persistenza. Premiato da diverse guide ed in diversi concorsi con alti punteggi nel corso degli anni, è un Trebbiano di Romagna capace di distinguersi e farsi ricordare. I profumi estivi di un cous cous vegetariano l’hanno accompagnato ed esaltato.
Non ci spostiamo di molto da Tenuta Casali per andare a conoscere la seconda cantina: Castello Montesasso. Siamo a 2 chilometri da Mercato Saraceno, nel borgo storico di Montesasso; clima, microclima e terreni sono pressocché uguali. Qui Elisa Baraghini nel 2015 ha avviato questa piccola azienda agricola in una dimora storica ereditata dal padre e, con l’aiuto dell’agronomo Remigio Bordini, ha ristabilito la vocazione viticola della proprietà. Alcuni ettari di bosco, un agriturismo rurale familiare e tre ettari di vigneto, coltivati a Sangiovese, Riesling e Famoso, un vitigno romagnolo coltivato ancora oggi su pochi ettari, riscoperto nell’ultimo decennio dopo anni di abbandono.
Non potevo non far conoscere questa unicità. Verso nei calici degli ospiti il Famoso Mercato Saraceno DOC 2022 e sprigiona subito la sua aromaticità caratteristica con note floreali dolci e frutta esotica. Ha un sorso equilibrato tra acidità e morbidezza che si sposa alla perfezione con gli aromi, la grassezza e la morbidezza del rotolo di frittata con basilico, robiola e pomodori secchi.
Se diciamo “Romagna” non possiamo non dire “Sangiovese”. Con lui il nostro inizio è stato brioso con l’utilizzo di questo vitigno in un’insolita versione spumante. Ed il cerchio dei nostri quattro calici si conclude con la sua versione più classica e conosciuta: rosso, vigoroso, potente e deciso.
Ci spostiamo in provincia di Ravenna, a Brisighella, dove Stefano Bariani, dopo gli studi di successo in ambito enologico e diversi anni di esperienza in un’importante e rinomata cantina a Barbaresco, decide di ritornare a casa e, con la moglie Maria Grazia, dà vita a Fondo San Giuseppe. Una piccola azienda posta a 400 m sul livello del mare, esposta a nord, con un clima abbastanza freddo che permette di lavorare sulla freschezza e sulle acidità delle uve. All’inizio, per Stefano, questa scelta è stata una sfida, a differenza di tutti i vignaioli che cercavano climi più caldi, esposizione a sud, per avere vini più caldi e strutturati, ma col tempo si è distinto ed ha avuto le sue rivincite con caratteristiche che gli danno sempre emozioni e ritiene che siano di grande nobilità per il vino: sentori agrumati, balsamici, terrosi e speziati, che profumano di bosco e di vento.
Abbiamo degustato il Sangiovese Romagna DOC Modigliana bio 2021, vendemmia manuale, fermentazione spontanea e vinificazione in acciaio per mantenere tutte le caratteristiche organolettiche del vitigno. Un calice rosso rubino non particolarmente strutturato, per sua caratteristica. Al naso presenta sentori di frutta rossa, prugna e marasca nello specifico, note di liquirizia, cuoio e alloro. Una trama tannica elegante al palato, una bella mineralità. Deciso ma fine allo stesso tempo. Non richiede sapori importanti negli abbinamenti e nemmeno eccessiva struttura. Accompagnamento più o meno azzeccato ma volevo portare la Romagna anche nel piatto; e, quindi, come non degustarlo con una piadina?! Rivisitata a modo nostro con una piccola piadina croccante servita con del morbido stracchino del Caseificio Sociale di Fontanafredda, del prosciutto crudo di Parma e della rucola. Un sorso ed un morso di immersione in Romagna.
Se per i rossi non si dice “Romagna” se non si dice “Sangiovese”, per i bianchi non può essere altrimenti non nominando l’Albana. Il primo vino bianco in assoluto ad avere ottenuto la DOCG. Secco, amabile, spumante, ma la sua tradizione è quella di essere dolce. Nominato fin dall’antichità, una delle maggiori estimatrici dell’Albana di Romagna fu senza dubbio Galla Placidia. Stando ad una nota leggenda, la donna arrivò in un villaggio della Romagna dove le venne offerto questo vino bianco in un boccale di terracotta. Una volta assaggiato, Galla Placidia disse una frase che divenne poi celebre: “Non così umilmente ti si dovrebbe bere, bensì ‘berti in oro’, per rendere omaggio alla tua soavità”. Questa frase fece nascere il mito di questo delizioso nettare di vino ed è proprio da questa che deriva il nome del paese che, da allora, è conosciuto come Bertinoro, cittadina considerata da sempre culla dell’Albana.
Alessandro Ramilli di Tenuta il Plino (San Carlo, Forlì-Cesena) è uno dei pochissimi vignaioli rimasti che produce il Romagna Albana Passito DOCG alla maniera del Sauternes francese: un muffato passito. Il suo Mufato del Plino, annata 2020, ci ha regalato una conclusione di serata indimenticabile: un dorato luminoso a riempire il calice che profuma di miele, di zucchero filato, albicocca e datteri essiccati, zafferano e intensi fiori gialli con uno sfondo di mineralità. Un sorso avvolgente, dolce e morbido, equilibrato alla perfezione con acidità ed elegante nota amara. Una lavorazione minuziosa: l’uva viene raccolta da metà ottobre (quindi una vendemmia tardiva); ogni 10 giorni vengono raccolti gli acini attaccati dalla muffa nobile ed ogni raccolta finisce in una barrique di rovere francese, mi ha raccontato Alessandro; un impegno non da poco. Nelle barriques il mosto fermenta lentamente a bassa temperatura fino a fine novembre e la fermentazione viene poi bloccata tramite l’abbassamento della temperatura al raggiungimento della giusta gradazione alcolica.
Ogni anno vengono prodotte dalle 2 alle 6 barriques, dove all’interno si vengono a creare tutti vini organoletticamente e analiticamente diversi. Qui rimangono ad affinare fino a fine primavera; le migliori parcelle di vino vengono poi assemblate in acciaio per poi essere filtrate ed imbottigliate. 1200 bottiglie all’anno che vengono immesse in commercio dopo un ulteriore anno di affinamento. Un prodotto unico. Da degustare chiudendo gli occhi e coinvolgendo tutti i sensi, come abbiamo fatto noi… con la voce di Paola in accompagnamento. Un cremoso di ricotta al profumo di albicocca ha estasiato i palati dei partecipanti. Uno sposalizio di profumi, sapori e consistenze perfetto per accompagnare questo nettare di Albana.
Che emozione questi eventi quando arrivo alla conclusione e li vedo realizzati come li sognavo…
Grazie ai vignaioli che hanno creduto in questa mia serata, a loro va un mio grande GRAZIE, perché hanno dimostrato tutta la cordialità che contraddistingue il popolo romagnolo; li ho impegnati nel recupero e nelle spedizioni delle bottiglie in giornate già piene di fermento ed impegno per loro. Ho ricevuto un sacco di “Grazie” da loro per il mio piccolo aiuto, ma per loro grande; perché significa andare avanti nonostante tutto, significa trovare la carica in persone che credono in loro e li sostengono. Sono dei grandi “grazie” reciproci. E aggiungo il mio “grazie” ai partecipanti della serata che hanno permesso la realizzazione di questo evento.
Il nostro aiuto non deve finire qui: scoprite la Romagna del buon bere, scoprite i piccoli vignaioli e continuate a sostenerli!
Qui sotto i contatti delle cantine presenti durante questa serata (fate pure il mio nome; far sapere a loro che questi piccoli eventi fuori dalla loro regione li ha fatti conoscere, li dà una marcia in più per affrontare quello che hanno subito!):
Tenuta Casali: 347 9814399 – info@tenutacasali.it
Castello Montesasso: 347 9821320 – info@castellomontesasso.it
Fondo San Giuseppe: 334 6018221 – info@fondosangiuseppe.it
Tenuta Il Plino: 337 605729 – alessandroramilli@alice.it
Un ringraziamento per aver reso possibile questa serata ed avermi accompagnata nella realizzazione a:
Monica Vettor per la collaborazione e la sua stupenda location;
Paola Brisotto per la voce;
Paola Baldissera per l’accompagnamento con le sue creazioni culinarie;
il Caseificio Sociale di Fontanafredda per i prodotti caseari utilizzati come ingredienti negli abbinamenti gastronomici della serata;
Carlo per le foto;
Andrea di #VDC per i preziosi consigli.