L’evoluzione del Merlot di Borgo delle Oche

Degustazione verticale

Con Luisa e Nicola ci eravamo lasciati con una promessa dopo la verticale di Traminer aromatico (qui il racconto) dello scorso anno: la scoperta di altre “evoluzioni” dei loro vini.

Non poteva che essere un rosso questa volta. Il Merlot è stata la scelta per la serata di venerdì 13 ottobre presso la loro azienda: Borgo delle Oche (Valvasone, Pordenone).

Il Merlot e le sue origini

Il Merlot è un vitigno a bacca nera da cui si ricavano alcuni dei vini rossi più celebri al mondo. Di origine francese, della Gironda, un dipartimento a sud-ovest della Nazione, grazie alla sua adattabilità, si è diffuso nelle maggiori zone vitivinicole del nostro pianeta.

Pomerol, un piccolo comune con meno di 800 abitanti, nei pressi di Bordeaux, è considerato il luogo d’elezione e la patria del Merlot e dei suoi vini. Qui si producono vini 100% Merlot tra i più rari e costosi al mondo. Nella zona di Bordeaux, il vitigno Merlot, è solitamente parte di un uvaggio con il Cabernet Sauvignon e con il Cabernet Franc per dare vita ad alcuni dei più celebri vini rossi al mondo. Tale assemblaggio prende il nome di “taglio bordolese”.

un vitigno internazionale

Se la Francia è la sua patria, il territorio dove è nato e si è affermato, oggi il Merlot è diffuso in ogni angolo del mondo, divenendo a tutti gli effetti un vitigno internazionale.
In Italia è giunto alla fine dell’800; è stata uno dei primi Paesi ad accoglierlo, arrivando in Friuli Venezia Giulia portato dal senatore Pecile e dal conte Savorgnan di Brazzà, che avevano avuto modo di apprezzarlo in Francia.
Si è diffuso poi in Veneto e Trentino – Alto Adige; prendendo poi piede, all’inizio del XX secolo in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana. Col tempo ha attecchito in Campania ed in Sicilia. Oggi, possiamo dire che, il Merlot, si trova in tutte le regioni italiane e fuori dai confini nazionali lo troviamo in Bulgaria, dove è molto coltivato, in Grecia, in Spagna, in Svizzera, in Slovenia, in Ungheria. Al di fuori del Vecchio Continente è diffuso negli Stati Uniti, in Argentina, in Brasile, in Australia ed in Nuova Zelanda.

Il Merlot, in tutte queste aree in cui ha preso piede, si esprime a livelli qualitativi davvero eccellenti, sia in purezza che in uvaggio, dando vita a delle vere e proprie perle enologiche. Alcuni lo sperimentano anche nella versione spumante, in quella rosé o nella vinificazione in bianco, ma resta la vinificazione in rosso quella che permette di farlo esprimere in tutte le sue peculiarità, con l’utilizzo o meno del legno.

il territorio

La sua diffusione è frutto della sua adattabilità a diverse condizioni climatiche e a terreni di natura variabile, seppur prediligendo terreni collinari freschi, prevalentemente sabbiosi e argillosi, capaci di trattenere l’acqua ed evitare maturazioni troppo precoci, essendo esso un vitigno di per sé a maturazione piuttosto precoce e molto produttivo.

il nome

Il vitigno ed il vino “Merlot” sono chiamati così in riferimento al “merlo”. Nello specifico, il colore scuro delle piume del merlo è associato a quello, altrettanto scuro, degli acini del vitigno e alla colorazione del nettare che si ricava.

Secondo altri studiosi, piuttosto che al colore dell’uccello, il riferimento è alla predilezione mostrata dal merlo per queste uve e alla sua tendenza ad attaccarle e a mangiarle prima delle altre.

il vino

Il vino regala alla vista un rosso rubino sfumato dal viola al granato. Si caratterizza per sentori fruttati di piccoli frutti rossi e frutti di bosco (fragole, ciliegie, amarene, lamponi, more, mirtilli, ribes,…) dai connotati freschi fino alle note di confettura e sciroppate nelle annate più vecchie. Immancabili le eleganti e fresche note floreali e vegetali di violetta, rosa, note erbacee e di piante aromatiche. L’evoluzione regala aromi terziari di cuoio, tabacco, cacao, caffè e note speziate. Sempre morbido e rotondo al palato, con immancabile vena acida e tannini vellutati.

Spazio a piatti saporiti per gli abbinamenti: dai salumi stagionati o affumicati, ai formaggi dalla struttura aromatica medio-intensa, fino ai primi piatti con sughi di carne rossa o secondi di carne, anche di selvaggina e cacciagione di piccola taglia.

Un vino che sa sempre stupire, dalla giovane età fino alla sua completa evoluzione.
E noi tutto questo l’abbiamo apprezzato in quattro annate differenti proposte da Luisa e Nicola.

La nostra verticale: l’evoluzione del Merlot di Borgo delle Oche nel tempo…

Dalla 2015 fino a risalire a dieci anni prima con la 2005, la prima annata di produzione. Quattro annate degustate, scelte in base all’andamento climatico e, di conseguenza, alle differenti attenzioni di cui ha necessitato il vigneto.
Stessa vinificazione con circa un anno e mezzo di affinamento in barrique.
Ciò ha messo ancor più in risalto quanto il lavoro nel campo sia importante e quanto le condizioni metereologiche possano influenzare il prodotto finale.

Merlot Venezia Giulia IGT 2015, 13,5° alcol
Un’annata calda il 2015. “Abbiamo avuto un aprile asciutto e fresco, un maggio per metà mese piovoso con medie di 20°C; giugno, luglio e agosto con un clima secco e caldo dove le minime difficilmente scendevano” ci dice Luisa. Tutto questo ha portato in bottiglia un vino molto complesso tra note fruttate e aromi terziari, rotondità, corpo al palato e tannini vellutati regalati dal clima.

Rosso rubino con sfumature violacee alla vista con sentori di frutta matura ed in leggera confettura; ciliegie, lamponi, fragole, amarene, si amalgamano ad una soffusa nota vegetale di erbe aromatiche e pepe nero. Rotondo al palato, pieno, con tannini ben presenti ma morbidi ed una bella spalla acida.

Merlot Venezia Giulia IGT 2011, 13,5° alcol
“Una bella annata” riporta Luisa. “Aprile e maggio sono stati due mesi asciutti, secchi e belli. Piovosità abbondante a giugno durante la prima settimana per poi essere più secco e caldo. Luglio asciutto e molto caldo, per poi cedere ad un agosto più mite e fresco”.

Rosso rubino intenso al calice. Note di frutta in confettura e sciroppata (amarene, ciliegie,…), violetta, petali di rosa essiccata, pepe nero, note vegetali secche. Rotondo, pieno, equilibrato nelle note morbide e spigolose come acidità e tannini.

Merlot Venezia Giulia IGT 2007, 13° alcol
“Abbiamo avuto un marzo caldo, poi un calo termico drastico” ricorda Luisa, “aprile invece è stato ideale per i nostri vigenti: 24 gradi e secco, ma purtroppo ha lasciato poi spazio ad un maggio molto piovoso e freddo con molto vento. Da giugno fino a metà luglio le temperature sono state basse e le precipitazioni piovose non sono mancate; solo dalla metà del mese abbiamo avuto belle giornate con temperature di 30°C fino ad agosto che si è rivelato comunque fresco”.

Rosso rubino granato. Al naso regala note di frutta in confettura: more, ribes neri, mirtilli; prugna secca, sentori floreali secchi e vegetali di pot-pourri, foglie secche, tabacco, cioccolato al latte e amarene sciroppate, si amalgamano alla freschezza della nota di menta. Verticale al palato, fresco con un’acidità ben presente, bel tannino morbido; una leggera vaniglia, fumè e pepe bianco arricchiscono il retrolfatto.

Merlot Venezia Giulia IGT 2005, 13° alcol
L’ultimo assaggio lo riserviamo al maggiorenne di quest’anno, nato nel freddo 2005, il primo anno di produzione del Merlot a Borgo delle Oche. Un’annata che ha visto un mese di marzo imbiancato da nevicate e con minime di 10 gradi sottozero. Un’estate mite, asciutta, che non ha mai superato la soglia dei 30°C nelle temperature massime.

Rosso rubino con intensi riflessi mattone alla vista. Si sprigiona dal calice lentamente, e lentamente evolve: frutta rossa e viola in confettura e sciroppata, sottospirito. Note balsamiche fresche, speziate di pepe bianco, tabacco, cacao e leggera tostatura e affumicatura. Verticale al palato. Acidità e leggero tannino morbido che reggono la struttura ancora ben presente.

Un piatto di accompagnamenti gastronomici ha permesso di giocare con il palato testando l’abbinamento perfetto tra le quattro annate e del formaggio vecchio dolce ed un ubriaco stagionato 3 mesi, di cui uno sotto il vino e la vinaccia di Raboso, della Latteria di Palse, della pitina di Borgo Titol e delle polpette di carne del Ristorante Alla Torre di Valvasone.

Non potevamo concludere con una coccola finale: il Traminer passito. Luisa e Nicola stappano una vecchia magnum di Alba, annata 2013… trepidanti dell’assaggio, ne rimaniamo tutti estasiati.

Alba Traminer passito Venezia Giulia IGT 2013, 13° alcol
Un caldo color ambra dai riflessi dorati riempie i calici e si sprigionano intensi sentori di frutta esotica (frutto della passione, papaya, mango) matura e candita, uvetta sotto spirito, fichi secchi e in confettura, albicocca disidratata e in succo, note calde di panna, di miele e di frutta secca caramellata. Morbido, pieno e rotondo al sorso. Acidità e dolcezza molto equilibrati che reggono il sorso e non lo rendono stucchevole.

Le degustazioni verticali sono uniche: la cantina condivide suoi preziosi tesori, ogni bottiglia regala una sensazione unica, si vive un’esperienza a 360° nel mondo del vino e della sua evoluzione, focalizzandosi anche sui tanti fattori che entrano in gioco, come il clima dell’annata.

Unicità che continuerò a creare per condividere con tutti voi.

Grazie a Luisa e Nicola di Borgo delle Oche per aver voluto collaborare con me nella realizzazione di questa serata.