Luana
DOVE SONO
Mi trovo a - Vigonovo di Fontanafredda (PN)
SU DI ME
La mia vita ruota attorno al cibo e al vino.
Ed il cibo e il vino ruotano attorno a me.
Luana
“Stupor mundi” era la definizione di Federico II di Svevia. Uomo poliedrico e affascinate, nipote di Federico Barbarossa, carismatico e colto. Parlava sei lingue e amministrò sempre efficacemente i suoi regni, con stampo moderno, rivitalizzando le città e le strutture produttive, stabilendo una sorta di rispetto reciproco tra sovrano e sudditi. Fu Re dei Romani e poi Imperatore del Sacro romano impero, Re di Gerusalemme e Re di Sicilia dal 1210, a soli sedici anni, due anni dopo aver sposato Costanza d’Aragona. Proprio in Sicilia, nella Contrada Targia, alle porte di Siracusa, troviamo il Castello del Solacium, dal 1908 Azienda Agricola proprietà dei Pupillo.
Se Re Federico era definito “meraviglia del mondo”, non di meno stupore lascia la vista di questa magione nobiliare.
Non dimenticherò mai il mio arrivo e la giornata passata qui con le colleghe Donne, Sommelier da tutta Italia, della FISAR in Rosa il 10 marzo 2019.
Era una calda giornata soleggiata; attraversammo le vigne ad alberello in una strada sterrata fino ad immergerci in un’atmosfera gattopardesca.
L’azienda nasce tra le mani nobiliari di Antonino della famiglia Pupillo con la coltivazione di ortaggi e agrumi, su fertili suoli in grado di donare sapori e profumi unici a ogni produzione. Per oltre vent’anni Nino Pupillo si è dedicato alla ricostruzione delle vigne dei suoi avi per riscoprire e riproporre il Moscato di Siracusa, vino scomparso da tempo; è il Moscato bianco, delicato e sensibile alle alte temperature che si raggiungono qui. Con l’aiuto di grandi nomi ed esperti del settore fu ripiantato e declinata la storia di queste terre e di questo vitigno coniugandola con le più moderne tecniche di vinificazione.
È Carmela oggi che tiene le redini della parte vitivinicola dell’azienda, portando avanti la storia del Moscato, accanto al Nero d’Avola, al Catarratto e al più internazionale Cabernet Sauvignon, utilizzato agli inizi come vino da taglio nel corposo Nero d’Avola ed ora vinificato in purezza.
I vigneti crescono rigogliosi nei sei appezzamenti di Senie, Mulino, Podere 27, Tre Ettari, Favaraggio e Vignazza delle Monache, terreni eterogenei in cui la componente calcarea, che conferisce delicatezza alle uve di Moscato, si alterna a quella vulcanica che, invece, rafforza la corposità dei rossi del Nero d’Avola.
Finire qui è come isolarsi dal mondo, in una sorta di paradiso terrestre. Il sole che scalda la pelle, la brezza salmastra che accarezza il viso. I colori caldi e rilassanti delle piante esotiche del giardino storico, degli agrumi, delle arance, dei limoni, e della terra sotto i vigneti. I profumi che si respirano nell’aria sono tutti quei profumi che si ritrovano imprigionati nelle bottiglie sottoforma di nettare di Bacco: si respira la salsedine, la zagara, il succo delle arance rosse e l’essenza di limone, il miele, il gelsomino e i fiori dal lontano oriente, la macchia mediterranea nei sentori di rosmarino e mirto.
Tanti piccoli angoli da scoprire, osservare, fotografare in questa Azienda, e da cui non si vorrebbe più andar via. Nel silenzio sembra quasi di ascoltare la storia e i segreti racchiusi qui da secoli. Raccolgo un’arancia passeggiando nell’agrumeto, ne annuso la buccia, la apro e ne godo il succo scaldato dal sole. Sembra avere tutto un altro sapore da tutte quelle assaporate in vita mia, mangiata qui, nel suo posto d’elezione. Sbuccio un mandarancio, raccolgo due grandi e dolci limoni. Piccoli frutti della terra che acquisiscono il valore di un tesoro d’oro.
Pranziamo qui, con un light lunch creato dalla maestria di Valentina Rasà, Sommelier e Chef di Cucina Manipura, e, provate a pensare quanto possa essere “light” un pranzo siciliano….
Panzotti fritti, pane e panelle, crispelline al cartoccio, insalate di finocchi e arance, olive siciliane bianche e nere, pomodorini, caponata, crostini con ricotta e alici, ragusano DOP e piacentino ennese con confetture di vino, riso saltato con verdure, pesto alla trapanese e mandorle tostate, arrosto in crosta di sale con riduzione di vino, cassatelle fritte con ricotta e cioccolato, biscottini con la ciciulena, biscotti della monaca, graffe.
Il tripudio di sapori da abbinare al ventaglio di vini prodotti dalla cantina Pupillo:
Targetta Sicilia Bianco DOC Catarratto 2017, 13% alcol. Un’esplosione di note citrine e agrumate la fanno da padrone su uno sfondo di leggera mineralità e sapidità marina, fresco e “frizzante”.
Cyane Siracusa DOC Moscato bianco secco 2017, 13% alcol. Una delle vesti del Moscato di Siracusa, quella secca. Aromatico, equilibrato ed elegante nella sua leggera invadenza fruttata e floreale.
Re Federico Sicilia Rosso DOC Nero D’Avola 2017, 14% alcol. Il vino dedicato al Re di Sicilia che, nonostante valorizzò e incrementò la viticoltura in Puglia (dove lo si vedeva anche lì regnante), era astemio! Rosso rubino dai riflessi violacei, impenetrabile a preannunciare la corposità alla beva. Fruttato, leggermente speziato con note di liquirizia, carruba e sentori balsamici di eucalipto. Una sensazione vellutata con note, ingannevoli di vaniglia, tipiche del vitigno, ma non del legno che, Re Federico, nella sua totale vinificazione in acciaio, non vede. Non è poi così morbido infatti al palato, ma è presente una buona acidità che nei sentori ricorda l’arancia rossa.
Con i dolci arriva, infine, l’accompagnamento d’obbligo: Solacium Siracusa Passito DOC Moscato bianco passito 2014, 14% alcol. Nettare di albicocca, scorze di agrumi, canditi e freschi, equilibratissimo tra dolcezza e acidità da non risultare per nulla stucchevole.
L’ultimo assaggio, le ultime foto, gli ultimi sguardi in ogni angolo di questo posto “stupor mundi”… purtroppo un aereo ci aspetta per ritornare lassù, dalla nostra parte opposta d’Italia da qui.
La Sicilia e i suoi vini mi emozionano sempre…