L’evoluzione del Traminer di Borgo delle Oche

Degustazione verticale
Quando penso all’Azienda Vinicola Borgo delle Oche (Valvasone, Pordenone) penso in prima battuta al Traminer. Profumi caldi ed intriganti che qui, nelle Grave del Friuli, esplodono nella loro maggior espressività tra le mani di Luisa, in vigna, e Nicola, in cantina.
Quando ho proposto loro una verticale di un vino identificativo dell’azienda, non hanno avuto dubbi.
È nata così la serata “L’evoluzione del Traminer” tenutasi giovedì 17 marzo presso la loro cantina.
Le origini
Il Traminer è un vitigno frutto di scambi tra i popoli del nord-est della Francia (Alsazia) e del sud-ovest della Germania (Würtemberg), con ben 1500 anni di diversificazione genetica nella sua storia.
Originariamente era a bacca nera, poi tra il XIV e il XVIII secolo, il vitigno sarebbe mutato in tipologie a bacca bianca.
Sembra che esista una parentela di primo grado tra il Pinot ed il Traminer, entrambi addomesticati dalla vite selvatica; mancherebbe però un punto di interrelazione tra i due, che gli esperti hanno ricondotto ad un vitigno estinto (forse il Gouais blanc, ritenuto il “generatore” di una moltitudine di vitigni); in base a questa teoria lo Chardonnay potrebbe essere considerato il fratello del Traminer.
Traminer e Savagnin potrebbero essere quindi cloni diversi dello stesso vitigno.
Ricerche svolte alla Fondazione Mach di San Michele all’Adige sulle basi genetiche degli aromi Moscato, hanno portato all’identificazione di un particolare genoma della vite dove statisticamente si può associare l’aroma di uve della specifica regione. In particolare, hanno scoperto i geni che codificano gli enzimi responsabili della formazione di tutti i precursori di terpeni (le principali molecole aromatiche che profumano di fiori e di frutta; sono le molecole che caratterizzano i vitigni aromatici, trovandosi in grandi quantità sulla buccia degli acini di queste varietà). Dall’analisi genetica di 150 vitigni delle tipologie Moscato, Gewürztraminer, Riesling e vitigni neutri è stato evidenziato un piccolo cambiamento registrato nel genoma che ha portato i ricercatori a concludere che il Gewürztraminer è una mutazione del Savagnin. In conclusione, il Gewürztraminer possiede una variazione genetica unica che è stata trasmessa di padre in figlio a partire da un uomo che l’ha selezionata, scelta e poi moltiplicata.
Un vitigno “capriccioso”, difficile e tra i più antichi al mondo.
Il territorio
La sua terra d’elezione è l’Alto Adige (dove rappresenta il 10,5% della superfice vitata – 520 ettari), ma è coltivato da sempre in tutto il nord-est, con prevalenza in Friuli Venezia Giulia. Alto Adige dove abbiamo proprio la città di Termeno (Tramin), dove trova il suo terroir ideale. Qui è presente anche la Strada del vino del Gewürztraminer.
Il primo vino Traminer a Bolzano è originario del 1242.
Sono le zone alle pendici delle Dolomiti, dove le forti escursioni termiche permettono la concentrazione di profumi e aromi nel grappolo che vengono poi rilasciati nel vino.
Il Traminer viene coltivato anche in altre regioni d’Italia e in Paesi come la Francia, l’Austria, la Svizzera, la Germania, l’Australia, gli Stati Uniti (California, Washington, Oregon), il Cile e la Nuova Zelanda, non ottenendo però risultati ottimali come in Trentino – Alto Adige ed in Friuli Venezia Giulia.
Il nome
Chiamato Gewürztraminer o italianizzato in Traminer Aromatico o Termeno Aromatico, proprio per la sua spiccata intensità aromatica. “Gewürz” in tedesco significa “spezia”, “Würze” è “aroma”. Può essere tradotto come “vino aromatico di Termeno”.
Vanta differenti nomi con cui viene chiamato nei Paesi di produzione:
– Traminer rosa
– Roter Traminer, Savagnin, Tramini in Ungheria
– Traminac in Slovenia
– Drumin, Pinat Cervena, Livora nell’ex Cecoslovacchia
– Mala Dinka in Bulgaria
– Rusa in Romania
Sebbene lo si associ subito all’Alto Adige, a livello etimologico due sono le ipotesi:
– Che derivi dal latino terminus, il villaggio di Tramin nei pressi di Landau in Germania, dove i romani stazionavano dopo le conquiste
– o dalla famiglia varietale di origine greca amnee, sinonimo di qualità, poi evoluto da der aminer a traminer.
Il vitigno
Il vitigno fa parte degli “aromatici” e presenta una tipica buccia di colore rosa – grigio chiaro, fino al rossiccio-marrone.
La foglia è piccola, di forma pentagonale, pentalobata. Il grappolo è piccolo, di forma conica, alato, mediamente compatto. L’acino è di dimensioni medie, allungato con una buccia spessa, pruinosa, di colore rosato; la polpa ha il tipico gusto aromatico riconducibile alla rosa.
La vendemmia
Il periodo di vendemmia per quest’uva è piuttosto critico, dal momento che necessita di una maturazione lenta e di quantità bilanciate di acidi e zuccheri.
Si presta molto bene alla vendemmia tardiva o all’appassimento delle uve, regalando risultati eccellenti nel prodotto finale.
La sperimentazione ha riguardato non solo cloni ma anche interventi colturali, portainnesti e ha puntato su una maturazione ottimale delle uve.
Il vino
Il vino è di colore giallo paglierino con riflessi dorati; si caratterizza per sentori di rosa, frutti esotici come il litchie, l’ananas, il mango ed i canditi, spezie orientali (chiodi di garofano, panpepato), con una gradevole persistenza aromatica. Al palato generalmente è rotondo sorretto da una buona acidità e sapidità.
Possiamo trovare altri aromi quali: ginestra, glicine, miele, anice, cannella, noce moscata, mela, pera, pesca, mandarino, arancia e cedro. A volte buccia caramellata e candita. Albicocca secca, uvetta sultanina, dattero, butto e panettone.
L’attenzione è mirata a produrre vini sempre più longevi… ed in questa serata ne abbiamo visto le sue potenzialità.
Va servito ad una temperatura di almeno 10°C in modo da permettere ai suoi profumi caratteristici di esplodere dal calice.
Gli abbinamenti
Bisogna tener conto dei suoi aromi intesi, della sua struttura e del tenore alcolico generalmente elevato.
Non si accompagna quindi a piatti delicati, ma predilige pietanze orientali come la cucina thai o giapponese; ottimo con il sushi, in quanto fresco, aromatico e ben bilanciato.
Può essere accostato anche a piatti con il tartufo o al fois gras nelle versioni affinate in legno o di annate meno recenti. A formaggi intensi aromaticamente o salumi affumicati e speziati.
La nostra verticale: L’evoluzione del Traminer Borgo delle Oche nel tempo
Quattro sono state le annate degustate, scelte in base all’andamento climatico e, di conseguenza, alle differenti lavorazioni di cui ha necessitato il vigneto.
Stessa vinificazione. Solamente acciaio e nessun cambiamento in cantina.
Ciò ha messo ancor più in risalto quanto il lavoro nel campo sia importante e quanto le condizioni metereologiche possano influenzare il prodotto finale.
Traminer aromatico Venezia Giulia IGT 2020, 13° alcol
“Nel 2020 abbiamo avuto un aprile secco, maggio con una giusta piovosità, ma giugno molto difficile in fioritura con pioggia e grandinate” ci dice Luisa. “Il resto dei mesi il clima è stato perfetto e non caldissimo, con una buona escursione termica in agosto e settembre, che ha permesso di concentrare gli aromi negli acini”.
Giallo paglierino intenso alla vista con sentori di frutta fresca, prevalentemente esotica (ananas, litchie) ed erbe aromatiche al naso; una leggera nota floreale di rosa gli dona eleganza. Fresco al palato, verticale, con una buona acidità ed una buona sapidità che ritroveremo in tutti i sorsi. Una sapidità “gessosa”, “sassosa” data dal tipico terreno delle Grave del Friuli.
Abbinamento perfetto con dello speck che permette l’esaltazione dei sapori.
Traminer aromatico Venezia Giulia IGT 2014, 12,5° alcol
Come tutti ben sappiamo, la 2014, è stata un’annata difficilissima per l’agricoltura in genere; freddo primaverile ed estivo ed altissima piovosità hanno messo in ginocchio molte produzioni. Nei vigneti di Borgo delle Oche “l’uva era perfetta ed abbondante, ma le temperature hanno indotto ad un diradamento per paura di non raggiungere la maturazione”.
Alla vista il giallo si fa più intenso ed inizia ad assumere toni caldi e dorati. Intensa nota idrocarburica (che lo rimanda alla sua parentela con il Riesling), al naso, che inizialmente copre i tipici sentori fruttati, fino ad affievolirsi e far emergere un’importante frutta esotica matura. Intenso e ben strutturato al palato. Una bella scoperta per un’annata infelice per i vignaioli. Rotondo, sorretto ancora da una bella acidità e dall’immancabile nota minerale.
La pitina, tipico salume delle montagne pordenonesi, è stato l’abbinamento proposto con quest’annata.
Traminer aromatico Venezia Giulia IGT 2011, 13° alcol
“Una bellissima annata di aromi” esordisce Luisa. “Aprile e maggio sono stati due mesi asciutti, secchi e belli. Piovosità abbondante a giugno durante la fioritura. Luglio asciutto, ma non caldo. Una bella escursione termica con temperature non eccessive a ridosso della vendemmia ha permesso l’arricchimento di profumi in pianta”.
Giallo dorato carico che ci immerge subito nei profumi caldi di frutta esotica matura come la papaya, il mango, la pesca e l’ananas. Frutta succosa, profumi di nettare. Morbido, caldo, rotondo e succoso anche al palato. L’acidità continua a non mancare. Una beva asciutta e ricca. Così come è ricco il retrolfatto e molto persistente.
Ha trovato il suo connubio perfetto con il Formadi Frant prodotto dalla Latteria di Valvasone.
Traminer aromatico Venezia Giulia IGT 2008, 13° alcol
Andiamo indietro di quasi 14 anni… il 2008 iniziò con picchi di 17°C a gennaio. Seguì poi un aprile piovoso e freddo, ma a maggio le temperature si rivelarono perfette per non apportare grossi problemi di malattie in vigna. A giugno ritornò il freddo e le precipitazioni resero difficile la fioritura della pianta. Luglio, agosto e settembre furono caldi (ma non troppo) ed asciutti, con poche precipitazioni ed una buona escursione termica da metà agosto in poi.
Quattordici anni si vedono (e si sentono): Giallo intenso con riflessi ambrati. Gli perdoniamo una soffusa nota ossidata, perché lo rende ammiccante al naso quanto un vino passito. Nel calice troviamo sempre la frutta esotica, qui in confettura, succo di albicocca, una nota balsamica fresca che ricorda la menta. Fresco e caldo al sorso come i precedenti. Rotondo, secco e dalla beva piacevole e persistente aromaticamente. La mineralità anche qui non manca. Per nulla fiacco, data la sua età.
Abbinato a del caprino sardo stagionato 6 mesi ha trovato il suo accompagnamento nel piatto.
Non potevamo non concludere questa evoluzione di Traminer, proponendo il fiore all’occhiello di Borgo delle Oche: il loro Traminer passito. Luisa e Nicola stappano una vecchia magnum… trepidanti dell’assaggio anche loro, ne rimaniamo tutti estasiati.
Alba Traminer passito Venezia Giulia IGT 2008, 13,5° alcol
Caldo color ambra con intensi sentori di frutta esotica candita e caramellata, uvetta sotto spirito, fichi secchi, albicocca disidratata e in succo. Note di miele di castagno, nocciole e mallo di noce. Caldo e morbido al sorso. Rotondo e accompagnato da una fresca acidità che ancora lo sostiene. Ritorna anche qui la nota sapida conferita dal terreno. Piacevole dolcezza perfettamente equilibrata.
Un sorso…ed un assaggio: gorgonzola stagionato, noci, miele di Sulla (tipico friulano) e mostarda di fico…
Piacevoli, anzi, piacevolissimi sapori, per concludere la nostra serata alla scoperta dell’evoluzione nel tempo del Traminer aromatico.