Primitivo e agnello al forno

Pasqua è, gastronomicamente parlando, agnello al forno.
Nel mio caso cucinato con erbe aromatiche (salvia e rosmarino), buccia di limone, abbondante pepe e l’aggiunta delle patate. Aromatico e gustoso, le sensazioni che troviamo nel piatto sono, per la precisione, succulenza della carne, aromaticità delle erbette e del limone, piccantezza del pepe, sensazione amarognola della rosolatura e leggera untuosità del condimento e del grasso della carne. Sensazioni che regalano complessità, morbidezza, ma allo stesso tempo delicatezza negli aromi non troppo “selvatici” della carne. Sensazioni che richiedono vini rossi, dai profumi complessi, di buona gradazione alcolica, di buona struttura, con tannini e acidità che fanno da spalla e, perché no, un leggero residuo zuccherino che completa il quadro sensoriale.

Sono andata a cercare queste sensazioni in Puglia, a Barletta, in un vino che me lo ricordavo proprio così dall’assaggio di qualche anno fa offerto da Emiliana durante una fiera. Sapevo (e speravo) che le sensazioni sarebbero state ancora più sorprendenti dopo qualche anno di riposo della bottiglia nella mia cantina.

Ho stappato, quindi, il Primitivo Salento IGP vendemmia 2015 (13,5° alcol) dell’Azienda Angelo Maffione Vini. La morbidezza e la rusticità di vino e piatto si intrecciano e si sposano alla perfezione. Rosso granato intenso. Da quando lo verso nel calice, evolve e si apre: inizialmente timido poi inizia a regalare pian piano note di confettura di ribes, mirtilli, cassis, prugna sottospirito fino a donare sfumature di tabacco, liquirizia e bacca di vaniglia.
Morbido, pieno, rotondo all’assaggio. Equilibrato tra la leggera nota zuccherina che possiede, tannicità e acidità al punto giusto. Al retolfatto è persistente e continua a regalare sensazioni olfattive che sfumano dalla rosa rossa essiccata alle note balsamiche.

In questo vino ritrovo il sole, il mare, il vento, il clima caldo e temperato della Puglia e dell’angolo di terra dove sorge quest’azienda familiare attiva da 6 generazioni.
Fu il bisnonno Angelo Maffione a trasformare la pura attività commerciale, in cui era impegnata la sua famiglia, in un’impresa produttiva. Nel 2007 nasce lo stabilimento vinicolo, in cui si lavorano solamente uve pugliesi, da un numero ristretto di viticoltori della zona: chardonnay, uve di troia, negramaro, bombino bianco, bombino nero e, ovviamente, primitivo. Tutte uve del tacco dello stivale, “nulla arriva da fuori regione”, specificano i produttori, e il terroir nel calice lo ritroviamo proprio tutto.