Il pianto della vite

…ovvero, il risveglio del vigneto

Se vi capita di passeggiare in un vigneto tra la metà di marzo e gli inizi di aprile, potrete osservare delle goccioline che si formano sul taglio della potatura. E’ un momento emozionante della primavera, quando le temperature si alzano e la natura si risveglia, che viene chiamato “pianto della vite”. Non un pianto di dolore, bensì un grido alla vita.
E’ il segnale che la pianta si riattiva dopo il riposo invernale e ricomincia il suo ciclo vitale.
Si manifesta circa 15 giorni prima del germogliamento con emissione di liquido dai tagli della potatura.

Le “lacrime” sono delle piccole goccioline di linfa, costituita prevalentemente da sostanze minerali e organiche, quali tartrati, sostanze gommose, azotate, acidi e zuccheri (soprattutto glucosio) provenienti dall’idrolisi dell’amido radicale, che risalgono il legno della vite e fuoriescono dai vasi xilematici a livello dei tagli di potatura. Avviene con la riattivazione del metabolismo degli zuccheri (la trasformazione di amido in zuccheri semplici), la conseguente riattivazione della respirazione cellulare e la ripresa dell’attività delle radici, quando ricominciano a riassorbire il nutrimento dal terreno e nei vasi legnosi inizia appunto a risalire la linfa.
E’ noto, infatti, che l’assorbimento d’acqua e di sali minerali, nonché l’accrescimento e il rinnovo dell’apparato radicale, toccano il massimo d’intensità nel periodo del pianto e del germogliamento, inteso in senso lato come periodo primaverile.

Sia in inverno che in estate, invece, i predetti fenomeni radicali raggiungono la soglia minima, che torna ad aumentare in autunno, anche se con minore intensità rispetto alla primavera.

Quanto più la pianta è vigorosa tanto maggiore è la quantità di liquido che può emettere.

Per evitare il pianto è sufficiente ricorrere ad una potatura precoce, cioè anticipare la comparsa del fenomeno, permettendo così alle piante di rimarginare le ferite prima che esso cominci. Queste goccioline hanno, infatti, anche la funzione di cicatrizzare i tagli e proteggere la corteccia della pianta.

E’ una sorta di respiro prima della nascita dei nuovi germogli, che diventeranno i futuri tralci su cui crescerà l’uva.