Piè di Mont, il metodo classico del goriziano
Piè di Mont cuveé millesimato 2014, azienda agricola Roman Rizzi, Gorizia

Friuli, Collio goriziano, terra di grandi bianchi fermi, ma la passione per le bollicine ha spinto Paolo e Roman Rizzi, padre e figlio, a creare un vigneto che avesse la caratteristica di produrre uve già selezionate nelle percentuali ottimali per ottenere un grande spumante: un Metodo Classico nelle terre goriziane.

È nato così un vero e proprio CRU (poco più di un ettaro) di Chardonnay, Pinot nero e Ribolla gialla, che affondano le radici nella ponca, ad un’altitudine di 100 m slm. Piè di Mont è una cuveé millesimata di questo vigneto, situato a Piedimonte, da cui il nome, su una collina dove il sole tramonta presto, scendendo attorno alle 17.30 dietro il Monte Calvario, anche nelle giornate calde d’estate, regalando così un’importante escursione termica, tanto cara alle uve, che maturano con intensi profumi e giuste acidità.
Le percentuali della cuveé sono quindi già fissate in vigna: 20% di Pinot nero che donerà corpo, 60% di Chardonnay per la struttura e l’eleganza, 20% dell’autoctona Ribolla gialla per la freschezza e l’identità.
L’azienda agricola Roman Rizzi ruota tutta attorno a questo vigneto e a questa unica bottiglia. Unica in tutti i sensi. Questa bollicina nasce da una vendemmia che inizia nella seconda metà di agosto, le uve vengono raffreddate e poi pressate. I mosti ottenuti, dopo una decantazione statica di 12 ore, sono avviati, attraverso l’inoculazione di lieviti selezionati, alla fermentazione alcolica, fatta svolgere per 10-12 giorni alla temperatura di 18°C, per un 95% dei 3 vini in serbatoi di acciaio e per il 5% dello Chardonnay in barriques.
Ebbene sì, un Metodo Classico che volge anche un po’ lo sguardo al legno. Per quel vitigno che è lo Chardonnay, adatto all’ammorbidimento e all’arricchimento organolettico che la barrique regala. In questi contenitori i vini rimangono fino al gennaio successivo alla vendemmia, quando si procede alla creazione della cuveé e, dopo alcuni giorni, all’imbottigliamento con l’aggiunta del liqueur de tirage per la presa di spuma, quindi per la seconda fermentazione.
Il vino rimane in cantina a maturare sui lieviti per almeno 22 mesi, al termine dei quali si effettuano il remuage manuale delle bottiglie, la sboccatura (o dègorgement) e l’aggiunta del liqueur d’expedition che completa la magia.

La produzione è di 10 000 bottiglie per ogni annata e si vuol mantenere tale per conferire al prodotto la giusta cura e il risultato ineccepibile, dicono i produttori.

Tutto ritorna nell’assaggio (io ho stappato il millesimo 2014 (sboccatura 01/2018), 12,5° alcol): giallo paglierino brillante con un perlage sottile e persistente che introduce a sensazioni morbide e cremose. Note fresche e minerali al naso, note floreali che ricordano il gelsomino e gli donano eleganza, note agrumate di cedro, pompelmo freschi ma anche canditi, note morbide di burro, di cioccolato e di pane. Una ricchezza olfattiva che ritroviamo anche al palato, con rotondità e freschezza ben bilanciate.