Se provassimo a chiedere a dieci persone diverse cosa significhi per loro “qualità”, con molta probabilità ci ritroveremo con dieci definizioni completamente differenti.
La qualità infatti può essere intesa come conformità alle specifiche tecniche o come valore relativo all’adeguatezza all’uso; è comunque un concetto relativo che si compone di una parte fortemente oggettiva (gli aspetti tecnici che devono soddisfare le specifiche del cliente) ma anche di una parte assolutamente soggettiva (gli aspetti che devono soddisfare le aspettative e i desideri del cliente).
Essa esprime, più in generale il livello di corrispondenza tra le aspettative del cliente e il prodotto/servizio offerto.
L’addetto al controllo qualità è una professione fondamentale per le aziende e le industrie che operano nel settore alimentare.
Dal punto di vista di un’azienda, infatti, fornire la garanzia della qualità (e della sicurezza) dei propri prodotti è un elemento fondamentale e un valore aggiunto che ha ripercussioni positive anche sull’immagine che si veicola agli occhi dei consumatori.
Questa figura professionale ha il compito di assicurare che le materie prime impiegate nei processi produttivi, le fasi della loro lavorazione e i prodotti finali rispettino gli standard di qualità e sicurezza previsti dai regolamenti interni e dalle apposite leggi, applicando procedure, regolamenti e tecnologie per gestire, organizzare, controllare e garantire l’efficienza, il corretto funzionamento e la sicurezza dei processi di produzione.
Qual è il mio contributo all’azienda?
Posso dare una mano nella verifica del rispetto degli standard di qualità (ISO, BRC e IFS) e delle caratteristiche finali del prodotto in base ai parametri definiti dall’azienda nel rispetto delle normative vigenti e secondo il piano di autocontrollo HACCP; pianificare analisi e test di laboratorio sui prodotti durante le varie fasi di lavorazione (materie prime, prodotto semilavorato e prodotto finale); gestire il sistema di rintracciabilità e monitorare i processi al fine di individuare eventuali margini di miglioramento sia dal punto logistico, sia da quello qualitativo.
				




