Luana
DOVE SONO
Mi trovo a - Vigonovo di Fontanafredda (PN)
SU DI ME
La mia vita ruota attorno al cibo e al vino.
Ed il cibo e il vino ruotano attorno a me.
Luana
E…state con me!
Tre vitigni. Tre vini autoctoni. Tre grappe prodotte dalla vinaccia della vinificazione di quei vini.
Un curioso viaggio di legami nella tradizione friulana più nascosta.
Giovedì 2 settembre è stata una serata che ci ha fatto percorrere le vie dell’uva…dal grappolo fino a diventare mosto, e quindi vino, e vinaccia, quindi grappa.
Tre vitigni. Tre vini autoctoni. Tre grappe prodotte dalla vinaccia della vinificazione di quei vini.
Una serata ricca in cui abbiamo visto intrecciarsi le parole della Sommelier con il Mastro distillatore Matteo, assieme a quelle dei produttori delle tre cantine ospiti.
Un intreccio che è stato così di cultura, conoscenza, profumi, gusti e sapori.
Accolti alla Distilleria Pagura (Castions di Zoppola, PN), gli ospiti hanno potuto apprezzare tutto il percorso che fa diventare l’uva, portata dai produttori e raccontata dalle loro voci, prima vino, degustato assieme alla Sommelier, e poi, con la vinaccia delle stesse uve, grappa, raccontata dal Mastro Distillatore Matteo.
Il tutto eccezionalmente abbinato a dei finger food gourmet preparati da Diego della Gastronomia Fior di Sale (Sacile, PN).
Abbiamo iniziano con una Ribolla Gialla macerata di Oslavia, Venezia Giulia IGT 2019, 12,5° alcol dell’azienda Fiegl. La famiglia produce vino fin dal 1782, quando Valentino Fiegl, acquistò la prima vigna poggiata sulle colline di Oslavia. Una terra di confine ed un crocevia di ben sei importanti zone vitivinicole (Collio, Brda, Friuli Isonzo, Vipavska Dolina, Carso e Kras) dove troviamo delle condizioni pedoclimatiche uniche al mondo ed il tipico terreno che conferisce una spiccata mineralità ai vini: la ponca.
Abbiamo avuto il piacere di avere tra noi Martin che, assieme a Matej e Robert oggi sono alla guida della cantina. Il cestino di grappoli di Ribolla gialla che ci ha portato inizia a splendere di riflessi dorati per indicarci che l’ora della vendemmia è quasi vicina.
Partiamo da qui: acino per acino, i partecipanti della serata apprezzano l’uva, la materia prima di tutto ciò che verrà degustato poi.
La Ribolla gialla di Martin non è la classica macerata “spinta”, ma mantiene la sua personalità e l’identità varietale e territoriale, nonostante un mese di macerazione del mosto sulle bucce e un anno di affinamento in tonneaux di rovere.
Si presenta con un colore giallo dorato, ma non troppo intenso. Il profilo aromatico è un intreccio di freschezza e di maturazione: troviamo i fiori bianchi, l’acacia nello specifico, accanto ai fiori gialli essiccati. Note di fieno, di agrumi canditi, di buccia di arancia essiccata, incenso, miele e propoli, frutta secca, con una leggera nota balsamica e sentori minerali che avvolgono il naso e la rendono seducente. Al palato sprigiona affascinanti aromi evoluti di frutta matura (come la mela) e frutta secca. La macerazione regala, ovviamente, un velo tannico, con un finale sapido, minerale e ricco di freschezza.
Il polpo grigliato con la crema tiepida di patate preparato da Diego si sposava alla perfezione, equilibrando tutti i sapori tra sapido e dolce.
Dalle vinacce di questa Ribolla gialla dalle colline di Oslavia, dalla maestria del Mastro distillatore Matteo Zaina della Distilleria Pagura, nasce la Grappa di Ribolla Gialla.
Una freschezza e delicatezza di profumi che racchiude in sé maggiormente il varietale rispetto ai sentori dovuti alla macerazione.
La giusta sapidità, che in una grappa non deve mai mancare, ha accompagnato delle sfoglie di plumcake salato al pomodoro secco e olive taggiasche.
Il nostro “viaggio” è proseguito verso Prepotto, nella DOC Colli Orientali del Friuli. Più precisamente ad Albana di Prepotto, dove la signora Hilde Petrussa, dell’azienda Vigna Petrussa, produce uno tra gli Schioppettini del rigido disciplinare della zona: Schioppettino di Prepotto DOC Friuli Colli Orientali 2018, 13.5° alcol.
Hilde, la Signora dello Schioppettino, così la chiamano tutti, ci ha portato tra le sue mani i grappoli della sua uva e ci ha spiegato il minuzioso lavoro che operano in vigna per ottenere un prodotto eccellente. Albana di Prepotto è la culla d’origine dove esprime al meglio tutta la sua potenzialità: un rosso rubino non eccessivamente intenso, ma che racchiude un’esplosiva carica sensoriale che spazia dai frutti di bosco, al ciclamino, al caratteristico sentore di pepe nero. Al palato risulta caldo, morbido ed avvolgente con una leggera nota tannica e una spalla acidità ancora presente, dovuta alla sua giovinezza, ma che promette una grande evoluzione.
Una mini piadina con crudo, stracchino e rucola l’abbinamento per questo calice. La morbidezza del vino che si mescola alla dolcezza della piadina, all’acidità dello stracchino, alla sapidità del prosciutto ed all’amaro della rucola: un equilibrio gustativo perfetto per questo terzo finger food gourmet.
Dall’uva…al vino…alla Grappa di Schioppettino di Prepotto della Distilleria Pagura.
Qui, come regola vuole per le uve rosse, le vinacce fermentano assieme al mosto (e arrivano poi in distilleria per essere subito distillate) e si arricchiscono così di un corredo aromatico primario e secondario ricco ed intrigante. Nella grappa troviamo decisamente lo Schioppettino in tutti i suoi sentori: frutta, pepe, leggere note floreali. E la morbidezza che regala al palato è soave.
Diego qui ci stupisce più di tutti: un bacio di dama salato alle arachidi salate.
…e continuiamo a sfatare il mito che la grappa va bevuta da sola o con i dolci.
Abbiamo passato la provincia di Gorizia, quella di Udine, e con l’ultimo produttore torniamo vicino casa, nella provincia di Pordenone.
Emilio Bulfon ed i suoi vini. Una figura importante per la viticoltura della zona. Tra noi, a rappresentare la cantina, il figlio Lorenzo con i grappoli di Ucelùt direttamente dalle vigne di Valeriano di Pinzano al Tagliamento, dove si trova l’azienda. Qui, Emilio, arrivò nel 1964 con la moglie Noemi e tra i campi incolti trovò dei vitigni sconosciuti. L’Ucelùt uno di questi.
L’uva è ancora acerba, ha bisogno di giornate calde, di sole e ancora di lunghi giorni di maturazione per poter regalare il nettare che, per concludere la serata siamo andati ad assaggiare: Ucelùt IGP 2019. Vitigno autoctono a bacca bianca che appartiene alle “uve uccelline”…provate a pensare il perché?!
La versione che abbiamo assaggiato ha visto in parte l’acciaio (con la vinificazione tradizionale) ed in parte le uve sono state appassite prima della vinificazione classica. Ne esce un vino da dessert, ma non stucchevole, con una leggera nota dolce, spalleggiata da una buona acidità. Elegante ed equilibrato aromaticamente, ricorda fiori bianchi, i fiori d’acacia ed il glicine che si affiancano a note mielose e caramellate. Non manca la frutta nelle note di albicocca essiccata, pesca matura e mandorla.
Un calice che ci porta alla chiusura dolce della serata… con una crostatina al frangipane e pesche come ultima delizia per il palato regalata da Fior di Sale.